L’ultima stagione della tua vita,
(il nostro ultimo viaggio)
i lillà erano in fiore
le pale battevano su pianure assolate.
Ma quella maledetta notte
il cielo lacrimava
(lacrime sul mio dolore)
un buio gelido mi portò la notizia,
un trillo ripetuto e incessante
(e io non riuscivo ad alzarmi).
Non so se tu mi vedi ancora
(vorrei crederlo)
se guidi i miei passi di povero mortale
(oso sperarlo)
se sorridi,
se piangi,
se maledici,
se ami.
Io non so se vedi
le albe e i tramonti,
se ripensi alla tua amata Puglia,
ai vecchi genitori,
ai figli,
agli amori passati,
al presente,
al futuro
(ma questo appartiene ai vivi).
Salute amico mio,
dovrai aspettarmi a lungo,
io non mollerò,
me l’hai insegnato tu.
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