Eccomi qua, a scaldare un’altra panchina, mentre il fiume scorre a pochi metri da me, nel suo letto di ghiaia riportata. L’ultima piena ha distrutto argini di terra ed erba bellissimi, su cui correva la ruzzola tra urla e incitamenti. Ora è placido nel suo lento divagare tra argini artificiali. Ma è una forza quando sradica il suo letto e trascina terra e fango e invade i campi. Tutto s’inchina al suo volere, l’uomo nulla può se non tentare di imbrigliarlo, ma come un aliante segue le correnti d’aria (e traccia un cammino) così lui dipinge, con colori forti, la propria strada. Vortici, mulinelli, salti, piccole cascate, non c’è vita che resista al suo divagare. Solo il lento scorrere del tempo, dopo la tempesta, darà lustro ad arbusti ed animali, ad una vita che rinascerà sulle sue rive sgombre d’acqua.
Marco Fantuzzi
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.