Che cosa vuol dire essere futurista, forse immaginare qualcosa che non c’è, perché il presente non ci soddisfa? O semplicemente trasporre le nostre inquietudini e fragilità in un pensiero edificante di una società che superi i fallimenti di quella odierna?
O meglio ancora azzerare il passato e il presente in vista di una nuova aurora (mi sembra un pensiero un po’ fascista, non me ne vogliano i simpatizzanti). Ormai destra e sinistra sono dissimulazioni di un pensiero unico, perché l’uomo ha perso la sua originalità o diversità che dir si voglia.
Ma sperare si può, cominciando a vivere il presente, costruendo qualcosa, liberandoci dagli orpelli che ci legano gli uni agli altri, trasmutando la passione in follia e liberando il pensiero.
Il futuro è già qui, adesso, in un presente senza remore in cui l’arte è osare, è volare in alto, via da questa gente normale e aliena, che si rifugia tra soldi e potere, che ha rinchiuso l’anima in una gabbia, e il cuore non può più godere!
Marco Fantuzzi
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