Bisogna lavorare per accenni, non proprio su quello che si dice e non del tutto su quello che si fa. (Virginia Woolf)
Oggi ho attraversato un tratto dell’Appennino, la strada era poco trafficata e ho potuto rimirare gli infiniti boschi di faggi, castagni e conifere: era un verde meraviglioso e rilassante.
In auto posso solo immaginare ciò che si cela nel folto del bosco: gli odori carichi di umidità che trattengono le foglie, i colori del sottobosco (in autunno sono addirittura meravigliosi), i canti degli uccelli che danno un valore al silenzio, così presente per lunghi tratti.
Camminare a piedi in mezzo al fitto verde, fermarsi a osservare i sentieri non calpestati e non segnati, i funghi, qualche fiore, i tronchi ricoperti di muschio, il sole che non entra.
Qui l’uomo passa di rado, senza devastare ma solo per raccogliere.
E giù, lungo il torrente, le trote guizzano veloci e i merli acquaioli si tuffano nell’acqua, fredda in ogni stagione.
Qui il tempo si è fermato a cinquant’anni fa quando l’uomo si decise ad andarsene in cerca di lavoro e comodità.
Marco Fantuzzi
21/09/2019 – stesura iniziale
Castelnovo ne’ Monti