Franca Righi – Destinazione poesia

Ieri sera ho partecipato ad un incontro di poesia con la poetessa Franca Righi, presso la Biblioteca Raffaele Crovi di Castelnovo ne’ Monti. Ho avuto il piacere di ascoltare la lettura delle sue poesie e delle sue opinioni sulla poesia, sui suoni e significati delle parole.

Di come si scrive per lenire il proprio dolore, e i dolori presenti e passati vengono rivisti nella scrittura, nelle stagioni della propria vita.

Di come l’occhio del poeta, e dell’artista in generale, guardi ogni cosa come se fosse la prima volta, grazie ad una sensibilità assente nella maggior parte delle persone, così abituate soltanto a vedere senza nessun approfondimento.

Alla fine ho portato a casa un suo libro “Destinazione poesia”, con tanto di firma dell’autrice e ho cominciato a leggerlo la sera stessa

Peccato per la bassa affluenza, le sue parole avrebbe meritato un pubblico maggiore.

Marco Fantuzzi

Ecoparco di Vezzano

Alcuni animali che popolano il parco, per la gioia dei bambini e degli adulti. Un parco sulle colline reggiane, un luogo dove passare un po’ di tempo lontano dalla frenesia della città. Per come lo ricordo molti animali non ci sono più, non conosco la storia del parco degli ultimi anni, ma mantenere quello che poteva assomigliare a uno zoo all’aria aperta, e senza pagare un biglietto d’ingresso, non è facile. Ricordo molti più cervidi, e caprette, mufloni, uccelli rapaci e perfino un orso, ma gli anni passano e questo è solo un bel ricordo.

 

Marco Fantuzzi

Il passo lento

Il passo lento di un vecchio caffettano

Attraversa il parco nell’ombra della sera.

Tortore e merli si contendono l’ultimo pasto

Le cicale sono andate, hanno spento

Il loro incessante frinire.

E nel cielo un falchetto attende la sua preda

Spiumerà una giovane vita

Nell’atto di spiccare il volo.

I platani guardano silenziosi

Anch’io ho perso i suoni di una vita che si spegne.

Torpida, l’aria attende il sommesso andirivieni

In locande e trattorie, negli ultimi calori estivi.

Ma ora par che dorma, sonnolenta

Solo folate a scuotere le foglie già secche, bruciate dal sole.

Tra un po’ il sole quieto dormirà

E la luna accenderà i suoi lampioni.

Marco Fantuzzi

Sei nella mia nuvola di confusione

Sei nella mia nuvola di confusione,

impalpabile consistenza delle mie ore liete,

mi accompagni con grazia nelle mie scelte arcane,

lucidi i miei pensieri aggrovigliati

come matasse in disuso, che brillano

nella luce del sole, ma come rame si ossidano

esposti al cielo che ti sovrasta, all’aria che respiri,

anima mia.

Marco Fantuzzi

In italia si muore ancora di freddo

In Italia si muore ancora di freddo, a nord come a sud, la notte è lunga d’inverno, sembra non finire mai, ai margini delle stazioni, nei cantieri, nei parchi, nelle fabbriche abbandonate.

Il nome è sconosciuto, non aveva documenti, ma poco importa, uno dei tanti senzatetto che aumentano ogni giorno, costretti a vivere nell’illegalità per sopravvivere.

Di giorno questo parco è un oasi felice, giovani che fanno jogging nelle loro tute colorate, cani liberi dal guinzaglio e poco lontano pensionati sul campo di bocce.

Ma la notte è un inferno, quando i lampioni si abbassano sull’oscurità e la gente per bene se ne va, escono i derelitti con i loro sacchetti pieni di cianfrusaglie, e se va bene una birra scadente e una scatoletta scaduta.

Cristiano, passatemi il nome, non aveva talenti da spendere come l’omonimo calciatore che desidera l’ingaggio raddoppiato, perché 21 milioni all’anno non lo gratificano, non lui no, lui veniva dall’Africa più profonda e antica (forse qualcuno dimentica che noi veniamo da lì), dove il sole brucia letteralmente la pelle e l’acqua è merce rara.

Era fuggito da un orrore di guerra, ma anche qui non aveva trovato pace, perché è qui che nascono le guerre, nel nostro mondo occidentale, nella nostra civiltà che consuma sulla pelle degli altri, e ogni tanto si ripulisce la coscienza con la beneficenza, scusate la rima, non è una poesia, anche se gli uomini dovrebbero vivere più spesso in modo poetico.

Marfan

28/01/2018

A spasso con Niko

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Oggi il vento ha asciugato l’aria,

dopo una nebbiosa mattina

da far compagnia ai morti.

Uno splendido sole

ha risvegliato la vita,

quei percorsi che ognuno fa,

a modo suo,

sicuro del proprio istinto,

a volte malevolo,

più spesso lodevole

e un po’ sfacciato.

Ho preso aria con passi leggeri,

con la mia fidata reflex

(dovrei darle un nome,

perché è qualcosa di vivo)

produce immagini che io spesso

non riesco a immaginare.

Marco Fantuzzi