Cantar non so, ma dolci note traggo dal mio sentire,
piene di malinconia struggenti, come l’assolo di un violino.
Non vedo un luminoso futuro per la mia generazione
imprigionata e in bilico tra vecchio e nuovo.
Solo una lotta ci rimane, contro la vita che schiacciar ci vuole.
Ricordo io bambino, le voci del cortile, gli amici, i nonni,
le galline a razzolare e i conigli nelle gabbie.
Campi sterminati e piccoli orti,
di qui è passata la mia infanzia,
fra l’ardore dei piccoli e il tepore dei vecchi.
D’inverno la neve tutto imbiancava
e il gelo pendeva dai tetti.
Tutto ghiacciava meno che il nostro cuore.
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