L’ambiente è il luogo in cui viviamo, perché distruggerlo in nome di interessi non vitali come l’arricchimento personale? E tralascio quelli vitali perché penso che non abbia comunque senso la distruzione del territorio come area in cui si sviluppa la nostra vita, un territorio invece sfruttato continuamente per un non celato interesse economico a cui tutto il resto deve inchinarsi.
L’uomo affamato di denaro non fa altro che creare vacui bisogni nelle persone solo per esigenze personali di ricchezza e successo. Bene sarebbe isolare queste persone, perché socialmente pericolose anche se il pericolo maggiore viene da noi che non ci accontentiamo mai, sempre pronti a spendere e a farci comprare per due soldi dalle stesse persone che ci hanno malridotto la vita.
Ma abbiamo leggi non chiare che spesso consentono conflitti di attribuzione tra chi dovrebbe vigilare, e non lo fa, e chi svende il territorio, e lo fa molto meglio e penso a questi amministratori disonesti,intellettualmente, moralmente e a volte anche penalmente, che non riusciamo mai a rimuovere dal tessuto sociale.
Penso alla cementificazione selvaggia su fragili ecosistemi in cui vanifichiamo la vita di altri esseri viventi, che per fortuna non spartiscono con l’uomo un cervello così evoluto, e tantomeno un’anima, di cui peraltro, evidentemente, l’uomo non sa che farsene perché non può mercificarla.
Penso a Rio 1992, a Kyoto 1997, in cui si dovevano gettare le basi per una tutela dell’ambiente, quindi a tutela di noi stessi, ma queste date dopo vent’anni sono rimaste una data e niente più. Gli obiettivi fissati sono stati disattesi e niente si è potuto fare in termini penali ed economici per i trasgressori, non c’erano sanzioni solo intenti, e chi inquinava allora adesso lo fa più di prima.
L’ambiente è un pozzo senza fondo, cui attingere finché si sarà prosciugato. Quel giorno cercheremo un altro pianeta, anzi probabilmente lo stiamo già facendo, perché è meglio spendere soldi in tecnologia distruttiva, con margini di guadagno altissimi, che coltivare il nostro giardino. Forse ci salverà una rivoluzione pacifica, o forse no!
Se siete interessati a queste problematiche Vi invito a leggere questo libro:
Naomi Klein – Una rivoluzione ci salverà
Marco Fantuzzi
04/08/2015
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