Ulisse
quale esilio ti compete,
quale ricerca da espletare
troverai nell’uomo
che perdesti a Troia.
Espiare devi le colpe
dell’umanità intera,
la smania di potere
e di sopraffazione.
Ulisse
quale esilio ti compete,
quale ricerca da espletare
troverai nell’uomo
che perdesti a Troia.
Espiare devi le colpe
dell’umanità intera,
la smania di potere
e di sopraffazione.
Di bramare il tuo ritorno
Mai cesserà l’addolorato cuore
E la sposa tua di pianti sommersa
Più non canta il tempo ingannatore.
Fui bambino con lui
E ora attendo il suo ritorno
Per guardarlo con gli stessi occhi
Che lui dischiudeva a me.
MarFan
Atlantide, la città perfetta, la società perfetta.
Ancora la cerchiamo, ancora speriamo, anziché demolirne il mito e costruire noi la nostra Atlantide.
Ma la nostra vita è solo una lunga odissea, che però non ci porterà da nessuna parte, perché una meta non ce l’abbiamo.
Consumiamo il tempo correndo, nella speranza che questo ci farà dimenticare il traguardo finale.
Marco Fantuzzi
Quale mare ancora a te mi condurrà
Lucido spirito bagnato dagli anni
Soffiato via da Eolo impetuoso.
Quanti mari, quanti naufragi
Dovrà sopportare ancora il cuore mio
Prima che si dischiuda agli occhi
Itaca lucente.
“Mesci il cratere e versa vino …” zuccherino, del sapore del miele,
sì che le membra si stordiscano nel sole cadente
e ti concedano ore liete da Morfeo vegliate.
E l’alba avrà la luce dei tuoi occhi, splendenti di virtù,
e bacerò la curva delle labbra,
sì che la giornata si annunci nel migliore dei modi.
E andrò incontro al mio destino, celato agli sguardi,
con il vigore che ogni sfida attende.
E lì, sulla soglia, ti rivedrò, nel lucore del tramonto.
Marco Fantuzzi
Quale mare ancora a te mi condurrà
Lucido spirito bagnato dagli anni
Soffiato via da Eolo impetuoso.
Quanti mari, quanti naufragi
Dovrà sopportare ancora il cuore mio
Prima che si dischiuda agli occhi
Itaca lucente.
Marco Fantuzzi
Il senso dell’attesa, il dilungarsi della scrittura per supportare il finale, che di per sé non è che un punto esclamativo, attraggono il lettore e l’attesa diventa spasmodica, si bruciano le pagine per sapere la fine, ma è il viaggio, non il punto d’arrivo, che fa grande un racconto, un romanzo e anche una poesia.
Il finale disvela solo qualcosa che hai già pregustato, un’odissea di pensieri.
Marco Fantuzzi
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