È stato un bell’incontro
con il tuo candido viso,
la linea perfetta delle labbra
e l’accenno di un sorriso.

All’inizio era il buio assoluto, non c’era luce che brillasse nell’universo, uno spazio immenso senza confini circondava un ciclopico ammasso di roccia e ghiaccio.
In nuce era presente tutto ciò che avrebbe dato vita al mondo, non come lo conosciamo ora, ma qualcosa di vagamente simile, senza animali e piante, perché l’atmosfera non era ancora respirabile.
Provate a immaginare milioni e milioni, e ancor più, di tonnellate di materia che contenevano gli stessi elementi di cui sono composti gli esseri viventi.
Riuscite a immaginare l’esplosione di tutto ciò? In pochi secondi tutto si frantumò e frammenti incandescenti di quell’ammasso primigenio cominciarono a vagare nello spazio fino a riempirlo tutto e a dargli quell’aspetto che noi ora ammiriamo.
Riuscite a immaginare la forza e la violenza di tutto ciò? Il calore sprigionato, l’immane clangore che scaturì, la velocità con cui si mossero questi pachidermi di dimensioni oceaniche: nessun essere vivente avrebbe potuto assistere alla scena, tantomeno avrebbe potuto sopravvivere, nemmeno se si fosse trovato distante milioni di chilometri, sarebbe stata soltanto una lunghissima agonia.
Provate a immaginare se qualcosa di simile dovesse accadere al nostro pianeta, più bistrattato che amato. In tre secondi tutta la vita si sarebbe estinta nel fuoco, un inferno che al confronto quello di Dante sarebbe sembrato uno scherzo.
Con tutto ciò non vi volevo spaventare cari lettori, tutto questo non succederà, non oggi almeno, ma credo che in ogni caso sia meglio estinguerci prima che assistere a questa immane catastrofe.
Marco Fantuzzi
Che dire dell’infedeltà di umana natura,
della ricerca di quell’amore che un filosofo
ben definì in un celebre Simposio,
sempre in cerca della metà mancante.
In altri fatti ci affaccendiamo, nell’attesa,
siano essi un lavoro, una corsa nei campi,
un’opera d’arte frutto del nostro ingegno.
Ma la ricerca è vana, l’attesa non ci gratifica,
come il desiderio del tempo perduto,
sparso nei luoghi della nostra mente.
Camminavi leggera sfiorando l’impiantito,
strisce di velluto rosso volteggiavano
tra delicate mani di seta e d’intorno
un malinconico canto di fisarmonica.
Io ti guardavo orgoglioso
nelle tue vesti candide segno
di una purezza d’animo eccelsa.
Danzavi leggera sopra versi di poesia,
tra canzoni d’amore e ritmi di chitarra
nella solitudine di una luce
che era tutta per te.
Castelnovo ne’ Monti – spettacolo teatrale
Negli stretti vicoli di allora, dove la luce balenava a stento
su gerani scoloriti, tra ringhiere rugginose dimenticate dal tempo,
lì era la tua età dell’oro e l’avresti ricercata a lungo
in un futuro che sapeva di rame come i tuoi spettinati capelli.
Ora quei vicoli sono solo nei tuoi pensieri, come le abetaie
che nascondevano l’età dell’ innocenza,
dove imparasti a respirar natura e a stupirti.
Qui nacque la tua arte e la tua impazienza.
Il ritmo della marea ci tiene in vita,
quel salire e scendere ininterrotto
con i suoi tempi lunghi: è l’oceano primordiale
che riversa ossigeno puro nei nostri polmoni.
Fluire e rifluire, questa è la vita
che accompagna la Terra da miliardi di anni,
è Gaia nel suo interagire costante
nel suo pulsare insieme ai suoi compagni.
La Terra è Gaia, un organismo perfetto
che basta a se stesso e niente chiede,
solo di continuare a farlo finché il Sole cesserà,
perché questa è una certezza: la vita non è eterna.
Un giorno, quanto lontano non si può sapere,
il Sole esploderà e se noi ancora qui saremo
coglieremo una luce vivida e un calore immenso
così forte, che ci scioglierà come neve al sole.
06/02/2022
Leggendo JON-KABAT-ZINN
La poesia è solo uno sfogo esistenziale, è un pour parler, un’attività didattica al pari di altre, perché il tempo scorre e tu puoi misurarlo solo nel riconoscerlo come unico motivo della tua esistenza.
Puoi guardare le lancette scorrere ed esserne in balia, molti lo fanno seppur inconsciamente, o puoi dare un senso allo scorrere del tempo, anche se un senso la vita non ce l’ha.
E tutti i filosofi, laici o religiosi, non mi convinceranno del contrario.
Marco Fantuzzi
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