Questa umanità

Questa umanità vacua e dolente

si nutre di tutto, ma non assorbe niente,

ricordi e rimpianti l’inezia di un attimo.

Vacuità immanente cerchi nel dolce oblio,

vivi di chimica nel multiverso luccicante,

non hai futuro, il tuo elisir è solo polvere.

Vuoi danzare solo nella notte buia

dormire nell’alba nascente

e credi in un amore libero e trascendente.

Una crisi di valori

Tutte le civiltà, quelle conosciute almeno, sono state attraversate da profonde crisi di carattere politico-sociale e oggi stiamo di nuovo attraversando uno di questi periodi.

Da una parte la politica, una cosa per pochi eletti, mentitori per professione, sostenuta da poteri così forti in grado di poter distruggere una nazione per i propri interessi e dall’altra la società civile, in massima parte povera o impoverita che lotta per ripristinare la propria dignità, compromessa da una competitività sempre più sfrenata, e dove la condivisione e la solidarietà sono merce rara e preziosa.

Dove il confine tra ricchezza e povertà è così labile che spesso un evento inaspettato può fare la differenza tra la vita e la morte.

Siamo diventati davvero un branco asociale?

Vivere tra le macerie, in fatiscenti abitazioni, tra il ronzare di insetti instancabili, con la pelle impregnata di un caldo maleodorante. Questo incubo si materializza in tutte le grandi città nelle estati afose che ormai danneggiano profondamente il nostro vivere, in un caldo che i condizionatori dei grattacieli contribuiscono a dilatare a dismisura per chi vive giorno e notte all’aria aperta.

Che ne sarà dell’aria limpida che respiravano i nostri nonni, quando anche l’ultima foresta sarà stata distrutta?

Che ne sarà dei destini delle nostre future generazioni, quando gli occhi di oggi fanno tabula rasa del nostro ambiente vitale?

Che ne sarà della Terra che ci guarda inorridita davanti allo scempio cui assiste da ormai troppo tempo?

Lei sopravvivrà, perché saprà adattarsi al cambiamento climatico, ma noi no, noi non ce la faremo.

Vogliamo autonomie politiche,

vogliamo decidere del nostro destino,

vogliamo i profitti che produciamo,

vogliamo pace e serenità,

chiediamo troppo? Ce lo concederanno o dovremo lottare per ottenerle?

Marco Fantuzzi

Brindo alla vita

Brindo alla vita che scorre incessante,

che sempre ci sfugge con un soffio caldo e lieve.

Brindo a te, al nuovo anno, al tuo cuore,

che sempre ci riempie di speranze.

Brindo a te figlia mia, ai tuoi vent’anni urlati al mondo

nell’indifferenza di chi ti circonda

e brindo a te figlio mio primogenito

alla mia giovane età di padre, inefficiente e disilluso.

Ogni giorno abbattiamo ponti

Ogni giorno abbattiamo ponti, fisici e non, per spezzare quei collegamenti che fanno di civiltà diverse un unico grande organismo vivente.

Se trattassimo la vita, la nostra e quella degli altri, con maggior rispetto potremmo lavorare ogni giorno per la prosperità di tutti i popoli.

Detta così ai profani può sembrare un’utopia, parole gettate a caso e sollevate dal vento in chissà quale direzione, ma non è così.

Siamo continuamente manipolati e sotto ricatto di poche persone senza scrupoli, perché abbiamo perso l’orgoglio di essere umani, viviamo nell’incertezza e nell’indifferenza, nella convinzione che non tocchi a noi, semplici cittadini, risolvere i problemi del mondo.

E a chi se no, a chi ci governa tocca quest’incombenza? Sappiamo tutti che non è così, ma ci giriamo dall’altra parte, sperando di non sentire la puzza di un mondo in disfacimento.

La soluzione è semplice, ma nessuno la vuol vedere, ci raccontano che questo è un mondo complicato e complesso, ma questo è vero solo in parte.

Di vero c’è che un battito d’ali in America scatena un vento forte in Europa e uno tsunami in Asia.

Ma se ci fermassimo tutti e smettessimo di guardare i nostri piccoli interessi personali potremmo tutti assieme salvare noi stessi e il pianeta su cui viviamo.

Marco Fantuzzi