Crescere

Sfidare chi è più forte di te ti aiuterà a crescere, o ti annienterà.

Confrontarsi con i più forti per superare le proprie debolezze o semplicemente per superarsi, per il desiderio di conoscere il proprio limite, di cui non avrai mai coscienza se continuerai ad accontentarti di quello che hai.

Ma sei disposto ad accettare i rischi che questo comporta, potresti superare il tuo limite attuale e non riuscire a ritornare sui tuoi passi nemmeno se lo volessi, potresti anche superare il confine che porta verso la follia e non avere desiderio di ritornare ad una vita normale, potrebbero succedere tante di quelle cose inaspettate spingendo sull’acceleratore che nemmeno immagini, potresti rimanere invischiato in uno stato di sospensione tra due mondi disuguali e indesiderati…

Combattere non per il godimento della vittoria, o della possibile sconfitta – che ti farà crescere ancora di più – ma per affermare te stesso, per conoscerti e capirti.

Solo chi ha perso e fallito e ha combattuto e vinto può dirsi soddisfatto.

 

Marco Fantuzzi

Magda Szabo – Il vecchio pozzo

Dio era troppo severo per i miei gusti, aveva scacciato la prima coppia umana da paradiso per una semplice mela, aveva inviato il diluvio, aveva distrutto Sodoma. Appena scoprii che Dio avvicinava gli eletti per misurarli con prove e sciagure e pesarne la fede, sperai di cuore che mi amasse pochissimo.”

La mia dolce ossessione

La mia dolce ossessione

di  meditata stella

rifulge

nei giorni brumosi

risplende

nel volger del tramonto

nella timida luce del mattino

negli ultimi fuochi del cielo.

Rilucente stella di fuoco e ghiaccio

possente cometa dei giorni miei

subitaneo splendore

che dipingi il mio amore.

Ora sei lì appoggiata a un legno

ferma nella tua immobile felicità,

che ne sarà dei futuri pensati

di immemori giorni passati

di un doloroso presente.

Senza pianto alcuno fissi il tuo sguardo

abbassar gli occhi non puoi

spenta si è la luce, ma brilla ancora

un volto d’ebano, struggente

tra infiniti candori

e il vento ci porta odori lontani

acri nelle loro sollecitate vite.

E par che ci dicano parole

raccontino storie andate

di commovente beltà

quando l’uomo

non conosceva se stesso,

perché di lui non aveva coscienza.

Era uno dei tanti,

che accoglieva con entusiasmo la vita,

apriva porte, non le rinchiudeva

e respirava la sua fierezza.

Dagli atri muscosi, dai fori cadenti (Adelchi, coro, atto 3°) – Alessandro Manzoni

Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.

E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;

Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.

Marco Masini – Un piccolo Chopin

 

…la musica è così, ti porta via con sè…

…e quando ti accarezza, la musica ti dà le vibrazioni….

…sull’ebano e l’avorio di questo pianoforte un po’ scordato…

…chiuso dentro me c’è un piccolo Chopin… (pianoforte e violini)

 

BUON ASCOLTO!

BUONANOTTE A CHI ANCORA E’ SVEGLIO

Marco

Padre

Papà_copia

Dopo trent’anni

ho dimenticato la tua data,

quale misero figlio son io,

perdonami, se puoi, padre!

La memoria è fuggita lontano,

e già questo non è tollerabile,

ma dimenticare quella terribile notte

in cui ci lasciasti!

(e mamma era con me).

In cui ti negasti

la gioia di vedere

il tuo unico figlio sposato

(due mesi soli mancavano).

Lunga la lotta

contro un male incurabile

che ti devastò le ossa

(quali dolori non oso immaginare).

Io chiuso in me soffro al pensiero,

ma niente servirà ad addolcire

un evaporato spirito.

Tu non ci sei più

e la vita non sarà più la stessa.

Marco Fantuzzi

Viaggio in Sikkim.

A chi ama l’India e la sua spiritualità…buon viaggio.

passoinIndia

gurudongmar-lake-sikkimSikkim significa Sukhim, ovvero pace e felicità. I tibetani lo chiamano “denjong”, la nascosta valle del riso. In Sikkim si arriva con un volo che atterra all’aeroporto di Bagdogra, in West Bengala da cui si procede via terra su una comoda strada peasaggisticamente invitante. Il Sikkim è il più piccolo stato indiano dopo Goa e quello meno popoloso dell’India. Poco conosciuto al turismo di massa, è un raro gioiello di bellezza etnica e naturale perchè è incastonato nelle alte vette himalayane tra Tibet, Bhutan, Nepal e West Bengala. Il 25% del territorio del Sikkim appartiene al KanchenDzonga National Park. A grande maggioranza buddhista da quando, secondo leggenda, Guru Padmesambhawa (Guru Rimpoche) lo visitò nell’ 8° secolo c.e., è costellato da antichi monasteri visitabili. Egli santificò le quattro grotte situate nei punti cardinali ancora oggi meta di pellegrinaggio. Il Sikkim, diventato Stato nel 1975 quando, dopo il referendum, viene lasciata la monarchia….

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