Navigatori e naviganti

La nostra vita
cerca un approdo
in questo scintillante mare,
ma non ci sono spiagge
dove puoi sostare,
sperduto navigante.
L’orizzonte basso
è carico di stelle,
oppure no,
popolo di navigatori,
alla perenne ricerca
del giusto mare.
Solitari naviganti,
su misere zattere
ci dibattiamo,
novelli Ulisse
che smarrita hanno
la via di casa.
Ma non c’è una tessitrice
ad aspettarci,
la casa è vuota
senza un focolare.
Troppo tempo
abbiam bruciato,
altro non c’è.

Marco Fantuzzi

Ricordi

L’onda corrode la roccia
giorno dopo giorno, inesorabilmente
tu stringi sempre meno le braccia
intorno a me, inevitabilmente.
È un soffio il tuo amore
flebile come un amaro rantolo
possente nacque nel tuo cuore
ormai si è perso il bandolo.
Dolci anni perduti
sempre da rimembrare
nei ricordi caduti
il nostro grande amare.
Smarrito è il mio presente
riempito solo di parole
quelle che appoggio dolente
tra i riflessi del sole.

Marco Fantuzzi

Un’altra guerra

Il sangue dei vinti
disonora i vincitori,
quanti orfani
e quante vedove
a piangere
il loro muto dolore.
Donne
inermi e gementi,
inginocchiate a implorare.
Bambini,
pieni di urla strazianti,
con gli occhi vuoti
che riempirebbero un mare.
Vecchi,
ancora a sopportare
un’altra guerra,
le rughe, mute,
davanti a carne della loro carne.
Il sangue dei vincitori
ha lo stesso colore dei vinti
ed è terribile riversarlo nei fiumi
togliendo loro la serenità.
La malvagità non ha confini,
attraversa di corsa
monti e valli
vola veloce in cielo
a stingere l’azzurro.
Tutti i tramonti
sono lì a ricordarlo.

Marco Fantuzzi

Tu

Tu sei un gemito di vita
un rilascio di felicità,
dolce e inquieto il mio vivere
il mio desiderio di libertà.
Il tuo abbraccio caldo
si è sciolto nel nulla,
non sento
la melodia del tuo canto,
mi manca
il fuoco delle tue labbra,
così profonde.
Tu non ci sei
e la mia vita non ha ragione
è il vuoto che mi circonda,
mi hai rubato il cuore
e non me l’hai più reso.

Marco Fantuzzi

L’attesa

É lunga l’attesa di una tua risposta

sono volati i giorni

e io son sempre qua

con la mente nei tuoi pensieri.

Mi scopro fragile e innamorato

come un adolescente

vorrei fare mille cose

vorrei giornate senza fine

vorrei non cadere nella penombra

preda di fantasmi che

squarciano le notti.

Ma in fondo al sogno ci sei tu

candidamente vestita,

ti ho messa su un piedistallo

e passo le notti ad adorarti.

Ma ahimè una flebile luce

filtra sui miei occhi stanchi,

mi solleva le palpebre.

Un nuovo giorno è arrivato

con il suo carico di pene,

tutte da vivere senza di te

senza il tuo sorriso

senza i tuoi baci,

così lusinghieri.

Il mare è tempesta

cavalco onde smisurate

il vento mi sospinge lontano

via dalla riva

via dalla vita,

ma come disse un grande poeta

il naufragar m’è dolce in questo mare.”

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(testo e foto di Marco Fantuzzi)

Ti scrivo

Ti scrivo

perché altro non so fare

né sedurti né amarti

ma le parole

quelle sì

sono nel mio vocabolario.

 

Le mie emozioni sono lì

tra una parola e un’altra

lì c’è il mio amore per te

per la vita

che spesso mi ha deluso

come io ho deluso lei.

 

Le mie parole

i miei silenzi

dicono la stessa cosa

ti amo come il primo giorno

ti amo anche se non mi ascolti

ti amo anche senza il tuo consenso.

 

Il mio amore è senza speranza

è un mare in tempesta

che agita i miei sogni

non c’è pace

non si placano i venti.

 

Mi sospingono di qua e di là

in un infinito

universo di dolore.

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La poesia

La poesia è l’emozione della vita

è la parola dei tuoi sogni

è l’immagine di ciò che sarai

è un costante divenire.

La poesia non è solo bellezza

è anche impegno civile

è un aggregatore di masse

è denuncia e liberazione.

La poesia è un canto

è luce purissima

che attraversa il cielo

della nostra vita.

Metti poesia

in ogni gesto che fai

in ogni persona che ami

questa è la vita.

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(le colline intorno a casa, che portano dritto all’Appennino reggiano, con la bellezza del Monte Cusna sullo sfondo)

Imparare

Devi imparare a leggere il passato

se vuoi vivere il presente con dignità,

ti servirà per avere un futuro da spendere.

Leggere la storia

non ti servirà

ad evitare errori

che già altri hanno commesso.

Leggere la storia

ti servirà a capire

che siamo piccole pedine

in una scacchiera infinita.

Il nostro avversario

è così lontano

che non riusciamo a vederlo.

È annidato nella nostra mente

è il nostro stesso spirito

spezzettato in tante piccole unità

quante sono le cellule

di cui siamo composti.

E ogni uomo

ha cellule diverse

quindi un diverso spirito

una diversa mente

un altro cuore.

Siamo così diversi

che è quasi impossibile sperare

in una serena convivenza.

Ma uno solo è l’obbiettivo da raggiungere:

la ricerca della felicità.

Flagellami

Flagellami,

umilia il mio spirito,

egli rinascerà

tra le ceneri del Gange.

Risorgerà dopo il fuoco

più forte di prima,

perché sulla pira

brucia solo la carne.

Non i miei pensieri

incisi a viva forza nella roccia,

non i miei ricordi

sepolti nel profondo del cuore.

Pazienta

e risorgerai a nuova vita,

niente andrà perduto

del tuo vivere.

La felicità, il dolore,

il bene, il male,

un pesante fardello

per il nostro lungo viaggio.