Anna Achmatova

Come a una voce lontana presto ascolto,

Ma intorno non c’è nulla, nessuno.

In questa nera buona terra

Voi deporrete il suo corpo

Né il granito né il salice piangente

Faranno ombra al cenere leggero

Solo i venti marini del golfo

Per piangerlo accorreranno.

Anna Achmatova, da Poema senza eroe, nella traduzione di Carlo Riccio (Einaudi, 1966)

I libri degli altri

I libri degli altri, potrebbe essere il titolo per un libro, per un blog di letteratura, finanche per una libreria, ambulante o fissa che sia.

I libri degli altri sono quelli che uno scrittore legge e vorrebbe aver scritto, perché affascinato dall’idea narrativa, dallo stile, che pur assomigliando al suo se ne differenzia per connotazioni e caratteristiche o semplicemente perché lo affascina l’insieme del tutto.

Pur riuscendo ad afferrarlo e comprenderlo c’è qualcosa che gli sfugge, un attimo di sfuggente nostalgia nascosto tra le righe del libro, annidato tra parole desuete.

Che tu sia scrittore o no è sempre il desiderio di raggiungere vette colte da altri con apparente facilità che ci attrae.

Perché è il desiderio che ci tiene in vita, soprattutto il desiderio di amare, nella speranza che l’altro, libro o persona che sia, colmi una nostra mancanza.

Marco Fantuzzi

Come amebe nel brodo primordiale

Come amebe nel brodo primordiale

si agitano e si divorano a vicenda,

così oggi noi che più tali non siamo

fagocitiamo i nostri incontri terreni.

Figli e padri di quella stessa vita,

siamo strumenti di morte,

servi di un’entità che decide i destini

e plasma a suo piacimento ogni creatura.

Oggi il cielo

Oggi il cielo grigio mi mette malinconia,

quell’aria torpida mi attraversa l’anima,

pure le gambe rallentano il loro passo,

già incerto per la vecchiezza incombente.

C’è naturalità in questo cammino,

e guardo la Pietra con le nuvole basse incombenti

che impediscono di gustare appieno la sua bellezza.

Il grigio si confonde con il colore delle case e delle strade,

tutto trascolora nell’attesa del domani, nell’attesa di un colore

che dipingerà nuovamente questi quadri con una luce piena,

dando lateralità apparente a un Caravaggio moderno.

E si tornerà a cantare lodi a Dio come Michelangelo fece,

e dopo di lui nessuno riuscì a superare quelle vette

e chissà per quanto tempo ancora.

Raggiungeremo altri cieli, altri mondi, forse altri universi,

ma non riusciremo ad eguagliare la bellezza del passato,

perché non coltiviamo più il gusto della bellezza.

Non siamo

Non siamo, in fondo, tutti un po’ filosofi?

Anche gli operai, schiavi di se stessi

per giorni interi a ripetere le stesse faccende

per un soldo che sa soltanto di pane fresco?

Un mondo a testa in giù, un mondo capovolto

che par somigliare a un inferno di dantesca memoria

un mondo che si stringe man mano che scendi,

cosa troveremo laggiù che non abbiamo già cercato?

Marco Fantuzzi

E lì una bestia

E lì una bestia

Divorava il mio cuore,

Privandone l’ostia

Di possente amore.

Fu così che cercai

I tuoi languidi occhi,

Fu così che cercai

La follia degli sciocchi.

E che dire del tempo

Mi privò del futuro,

Il bruciare di un lampo

Che ti sbatte sul muro.

Così spensi i miei sensi

Mi lasciai catturare

Dall’incerto mio sesso

Da vivere e sognare.

© 2018 – da UN UOMO CAPOVOLTO

Se il cielo non esiste

Se il cielo non esiste più come farò a respirare,

se le nuvole non esistono più come sgorgheranno le mie lacrime,

se le stelle sono solo buchi neri a chi rivolgerò il mio sguardo,

senza albe e tramonti chi veglierà sui miei pensieri?

Mi affido al tuo sorriso, al tuo desiderio inespresso.

Mi affido a te.